Ok.
Sa-sa. Prova.
Ce risemo.
Dopo tempo immemore torno ad approdare su questo blog. Non pensate sia stato facile, cari amici: ho dovuto fare i conti con la solita ansia da blogger rincoglionita che conduce all'immancabile "oddiononhopiùlapasswordnonpossopiùentrare" e mi sono salvata dalla barbosa reimpostazione della stessa SOLO perchè mi conosco fin troppo bene e sul mio desktop campeggia un file di nome "quandotescordi.doc" che, appunto, mi risolve la vita ogni volta che dimentico username e pw varie.
Detto ciò.
Arieccome, in tutto il mio splendore bianchiccio dopo tre mesi di lavoro in spiaggia e appena due settimane in quel di Cambridge dove ho vissuto una realtà surreale fatta di bici che sfrecciano regolarmente lungo apposite piste ciclabili, serate devastanti in discoteca, partite a "taboo" in inglese spacciate per lezioni. Poi torno in italia e mi rendo conto che la vita non è di marzapane e che è il caso di muoversi e cercare un LA.VO.RO...
E allora Danielagna si trova ora alle prese con un mondo che non la vuole più, (che se bastasse un canto libero qua saremmo a cavallo) circondata da lusinghiere e apparentemente strafigherrime offerte di lavoro che si rivelano totali fregnacce e che contengono al loro interno, anche se nascoste bene, le parole "schiava", "full time", "aggratis", "stage".Ma io non mi perdo d'animo e continuo stoicamente, tanto semo italiani no? basta che ce sta 'o sole, basta che ce sta 'o mare. Proprio per questo, e per altri motivi che si discostano da lavoro et affini, me ne volevo rimane' nella gelida albione e un attimo prima di salire sull'aereo ho SERIAMENTE poggiato a terra la valigia pensando "torno indietro". Mannaggia a me.
Ma Danielagna è viva e lotta insieme a voi. :)
martedì 22 settembre 2009
lunedì 25 maggio 2009
Datemi dell'agnocasto e del tanaceto. ORA.
"Ma guarda questa, torna a scrivere sul blog dopo tutto 'sto tempo e si permette pure di apporre come titolo una frase totalmente incomprensibile ai più? Che roba signora mia."
Salve a tutti amici ed amiche di Danielagna, sarà capitato anche a voi di avere il ciclo mestruale no? (Se siete maschietti e avete risposto di sì prendete subito provvedimenti) E sarà capitato anche a voi di rantolare da una parte all'altra del divano, prede di crampi e dolori lancinanti, con la chiara sensazione di "oddio non ce la posso fà" (laddove il verbo "fare" si riferisce ad ogni altrimenti elementare azione, dal mangiare, bere, rispondere al telefono, cambiare canale, alzarsi per fare pipì) Quindi sarà capitato anche a voi, care amiche, di essere state conquistate dallo psichedelico viola del pacchetto di "Lines seta ultra con ali" ed averlo, infine, messo nel carrello con ottimistica e vaga curiosità. Ma attente amiche. Solo nel momento in cui scarterete il misterioso ed accattivante involucro vi accorgerete del motivo per il quale avreste dovuto passare dritti senza neanche guardare. Sulla carta, viola anch'essa, che avvolge l'ultrassorbente ci sono I PREZIOSISSIMI CONSIGLI DEL SIGNOR LINES. Secondo lui, infatti, noi donnine sanguinanti mensilmente saremmo all'oscuro di perle di saggezza quali:
-"Lo sai che è buona abitudine intensificare le normali pratiche igieniche durante il periodo mestruale?" (ma dai? e io che pensavo di essere autopulente)
-"Lo sai che è un bisogno molto comune desiderare un dolcetto nel periodo mestruale?" (un DOLCETTO? allungami quella stecca di cioccolata da 3 kg e nessuno si farà del male)
-"Lo sai che il 60% delle donne soffre di sindrome premestruale?" (mi stai dicendo che SAI perfettamente quanto io possa essere intrattabile 2-3 gg prima? se lo chiedessi anche a chi mi circonda avresti anche dei simpaticissimi dettagli a confutare tale brillante tesi.)
...e, dulcis in fundo, la verità incontrovertibile che ha dato il titolo al post:
-"Lo sai che esistono piante, come l'agnocasto e il tanaceto partenio, con effetto benefico sui disturbi del ciclo?" (e io, l'agnocasto e il tanaceto partenio, 'do cazz* li pesco mentre sono rantolante sul letto???)(ennamo no?)
Uff.
Comunque, e questa vuole essere una pseudo riflessione seria, ultimamente sto rispolverando qualche emozione, qualche sensazione e speranza che riposava forzatamente dietro lo spesso schermo del mio disincanto. Fidarmi, abbandonarmi, non pensare al "dopo" è stramaledettamente difficile per una come me che, in seguito ad una serie di "errori di giudizio", si trova a rileggere se stessa fra le pagine sbiadite di un'agenda, non riconoscendosi e giurando di fronte allo specchio che "la prossima volta starò più attenta, non mi lascerò trascinare dagli eventi, non proferirò parole delle quali non sono perfettamente sicura, non lascerò che nessuno entri nelle mie cose in maniera scoordinata, sbagliata. E il peggio è che la colpa è mia, perchè in passato ho aperto quella porta troppo facilmente, spesso senza neanche aspettare che bussassero, ho spinto dentro il mio mondo persone che non sapevano dove sedersi, cosa fare, cosa dire e dove appoggiare la giacca. Ho erroneamente pensato che, tuttosommato, "smetto quando voglio e se mi accorgo che non fa per me blocco tutto".
Invece, proprio quando avevo liberato un cassetto per la loro biancheria e in bagno avevo fatto posto per lo spazzolino ed il dentifricio, mi ritrovavo ad analizzare con minuziosa lucidità ogni mia emozione, lasciando che una tardiva razionalità demolisse tutto il castello di carta venutosi a creare.
I propositi, dunque, ora che sto finalmente guardando con occhi diversi due mani che si stringono, ora che quando i miei occhi incrociano quegli altri si ritrovano a sussultare e a perdersi impauriti, ora che la mia bocca è finalmente pronta a sorridere di rimando, scoprendo di farlo ormai senza pensare, ORA, i miei propositi sono di andarci molto piano. Godermi ogni istante, assaporare ogni parola, sospiro, momento e bacio rubato, non correre subito a definire, schematizzare, entrare in un clichè prestabilito per tranquillizzare chi ti fa domande e vuole sapere, vuole commentare, vuole essere te. E allora ci provo, freno i pensieri autodistruttivi, rallento il naturale decorso delle cose, mando in vacanza i neuroni e affanculo certa gente.
Questa frase mi sembra la chiusura adatta, quindi col vostro permesso torno a lamentarmi dei miei reni doloranti e della mia irritante fiacchezza.
Danielagna
Salve a tutti amici ed amiche di Danielagna, sarà capitato anche a voi di avere il ciclo mestruale no? (Se siete maschietti e avete risposto di sì prendete subito provvedimenti) E sarà capitato anche a voi di rantolare da una parte all'altra del divano, prede di crampi e dolori lancinanti, con la chiara sensazione di "oddio non ce la posso fà" (laddove il verbo "fare" si riferisce ad ogni altrimenti elementare azione, dal mangiare, bere, rispondere al telefono, cambiare canale, alzarsi per fare pipì) Quindi sarà capitato anche a voi, care amiche, di essere state conquistate dallo psichedelico viola del pacchetto di "Lines seta ultra con ali" ed averlo, infine, messo nel carrello con ottimistica e vaga curiosità. Ma attente amiche. Solo nel momento in cui scarterete il misterioso ed accattivante involucro vi accorgerete del motivo per il quale avreste dovuto passare dritti senza neanche guardare. Sulla carta, viola anch'essa, che avvolge l'ultrassorbente ci sono I PREZIOSISSIMI CONSIGLI DEL SIGNOR LINES. Secondo lui, infatti, noi donnine sanguinanti mensilmente saremmo all'oscuro di perle di saggezza quali:
-"Lo sai che è buona abitudine intensificare le normali pratiche igieniche durante il periodo mestruale?" (ma dai? e io che pensavo di essere autopulente)
-"Lo sai che è un bisogno molto comune desiderare un dolcetto nel periodo mestruale?" (un DOLCETTO? allungami quella stecca di cioccolata da 3 kg e nessuno si farà del male)
-"Lo sai che il 60% delle donne soffre di sindrome premestruale?" (mi stai dicendo che SAI perfettamente quanto io possa essere intrattabile 2-3 gg prima? se lo chiedessi anche a chi mi circonda avresti anche dei simpaticissimi dettagli a confutare tale brillante tesi.)
...e, dulcis in fundo, la verità incontrovertibile che ha dato il titolo al post:
-"Lo sai che esistono piante, come l'agnocasto e il tanaceto partenio, con effetto benefico sui disturbi del ciclo?" (e io, l'agnocasto e il tanaceto partenio, 'do cazz* li pesco mentre sono rantolante sul letto???)(ennamo no?)
Uff.
Comunque, e questa vuole essere una pseudo riflessione seria, ultimamente sto rispolverando qualche emozione, qualche sensazione e speranza che riposava forzatamente dietro lo spesso schermo del mio disincanto. Fidarmi, abbandonarmi, non pensare al "dopo" è stramaledettamente difficile per una come me che, in seguito ad una serie di "errori di giudizio", si trova a rileggere se stessa fra le pagine sbiadite di un'agenda, non riconoscendosi e giurando di fronte allo specchio che "la prossima volta starò più attenta, non mi lascerò trascinare dagli eventi, non proferirò parole delle quali non sono perfettamente sicura, non lascerò che nessuno entri nelle mie cose in maniera scoordinata, sbagliata. E il peggio è che la colpa è mia, perchè in passato ho aperto quella porta troppo facilmente, spesso senza neanche aspettare che bussassero, ho spinto dentro il mio mondo persone che non sapevano dove sedersi, cosa fare, cosa dire e dove appoggiare la giacca. Ho erroneamente pensato che, tuttosommato, "smetto quando voglio e se mi accorgo che non fa per me blocco tutto".
Invece, proprio quando avevo liberato un cassetto per la loro biancheria e in bagno avevo fatto posto per lo spazzolino ed il dentifricio, mi ritrovavo ad analizzare con minuziosa lucidità ogni mia emozione, lasciando che una tardiva razionalità demolisse tutto il castello di carta venutosi a creare.
I propositi, dunque, ora che sto finalmente guardando con occhi diversi due mani che si stringono, ora che quando i miei occhi incrociano quegli altri si ritrovano a sussultare e a perdersi impauriti, ora che la mia bocca è finalmente pronta a sorridere di rimando, scoprendo di farlo ormai senza pensare, ORA, i miei propositi sono di andarci molto piano. Godermi ogni istante, assaporare ogni parola, sospiro, momento e bacio rubato, non correre subito a definire, schematizzare, entrare in un clichè prestabilito per tranquillizzare chi ti fa domande e vuole sapere, vuole commentare, vuole essere te. E allora ci provo, freno i pensieri autodistruttivi, rallento il naturale decorso delle cose, mando in vacanza i neuroni e affanculo certa gente.
Questa frase mi sembra la chiusura adatta, quindi col vostro permesso torno a lamentarmi dei miei reni doloranti e della mia irritante fiacchezza.
Danielagna
lunedì 27 aprile 2009
Ho bisogno di Activia per far ritrovare al mio blog la sua naturale regolarità.
Vi risparmierò i soliti “oooh, quanto tempo è che non scrivo”, “eeeeh che blogger principiante, sono secoli che non aggiorno”, “uuuh quante cose ho avuto da fare, non ho avuto tempo”, soprattutto perché nessuna delle tre affermazioni sopraccitate è vera. E siccome da ‘ste parti ce piace la sincerità, in quanto elemento imprescindibile che porti all’eternità, sarò onesta e vi confiderò che la mia lontananza da questo posto è totalmente imputabile a innegabile pigrizia e mancanza di cose particolarmente interessanti da raccontare. Che palle, direte voi. Giustamente, commenterei io.
E, visto e considerato l’immeritato e inspiegabile successo di un’inutile personaggio come Marco Carta, ora dovrete sorbirvi gli update in merito alla mia pseudovitamoltopseudoartistica. La suddetta, al momento, si divide equamente fra gare di salsa (alle quali, secondo fonti attendibili, mi presenterei con vestitini –straccetti- dal dubbio valore stilistico ma di garantita presa sul pubblico) e serate con la band (durante le quali i complimenti alla mia INCANTEVOLE VOCE se la battono con quelli rivolti al mio innocente ma indiscutibile sculettamento).
Nel tempo libero, poi, mando curriculum a chiunque, sperando di diventare la nuova Ugly Betty de noantri (ovvero sfruttata e maltrattata da colleghi ingiusti e stressati) e mi ubriaco con gli amici, nella speranza che l’ottenebramento alcolico faccia apparire meno idiota la razza umana che mi circonda.
(chiunque abbia l’immensa fortuna di avermi fra gli amici di facebook potrà confutare tali incontrovertibili affermazioni grazie a dell’esemplificativo materiale video e fotografico)
E vi dirò la verità, cari i miei fedelissimi lettori. Per ora sto bene così. Ogni giorno capisco qualcosa in più e distruggo qualche castello di carta che avevo precedentemente eretto con tanta ingenua sicurezza e dogmatica tranquillità, metto in discussione completamente me stessa e gli altri, non dò nulla per scontato e mi meraviglio di tutto. Sto finalmente imparando a vivermi, invece di lasciare che gli altri mi vivano. Sto imparando a piacermi, invece di lasciare che mi dicano “mi piaci”. Sto imparando a spegnere le orecchie, invece di ascoltare noiosi e puerili chiacchiericci. A volte ho improvvise e dolorose ricadute, ma sento di essere sulla buona strada, qualunque essa sia.
Ma soprattutto, ho imparato che il segreto del rapporto conflittuale, complicato e ambiguo fra uomo e donna è splendidamente riassunto in questa canzone.
Danielagna.
E, visto e considerato l’immeritato e inspiegabile successo di un’inutile personaggio come Marco Carta, ora dovrete sorbirvi gli update in merito alla mia pseudovitamoltopseudoartistica. La suddetta, al momento, si divide equamente fra gare di salsa (alle quali, secondo fonti attendibili, mi presenterei con vestitini –straccetti- dal dubbio valore stilistico ma di garantita presa sul pubblico) e serate con la band (durante le quali i complimenti alla mia INCANTEVOLE VOCE se la battono con quelli rivolti al mio innocente ma indiscutibile sculettamento).
Nel tempo libero, poi, mando curriculum a chiunque, sperando di diventare la nuova Ugly Betty de noantri (ovvero sfruttata e maltrattata da colleghi ingiusti e stressati) e mi ubriaco con gli amici, nella speranza che l’ottenebramento alcolico faccia apparire meno idiota la razza umana che mi circonda.
(chiunque abbia l’immensa fortuna di avermi fra gli amici di facebook potrà confutare tali incontrovertibili affermazioni grazie a dell’esemplificativo materiale video e fotografico)
E vi dirò la verità, cari i miei fedelissimi lettori. Per ora sto bene così. Ogni giorno capisco qualcosa in più e distruggo qualche castello di carta che avevo precedentemente eretto con tanta ingenua sicurezza e dogmatica tranquillità, metto in discussione completamente me stessa e gli altri, non dò nulla per scontato e mi meraviglio di tutto. Sto finalmente imparando a vivermi, invece di lasciare che gli altri mi vivano. Sto imparando a piacermi, invece di lasciare che mi dicano “mi piaci”. Sto imparando a spegnere le orecchie, invece di ascoltare noiosi e puerili chiacchiericci. A volte ho improvvise e dolorose ricadute, ma sento di essere sulla buona strada, qualunque essa sia.
Ma soprattutto, ho imparato che il segreto del rapporto conflittuale, complicato e ambiguo fra uomo e donna è splendidamente riassunto in questa canzone.
Danielagna.
martedì 17 marzo 2009
Che poi tanto io c'ho la benedizione di Padre Maronno.
Insomma, solo una come me poteva farsi venire l'influenza di venerdì, giusto?
Perlopiù, facendosela durare per bene e con tutti i crismi durante tuuuutto il weekend. E fino ad inizio settimana, giusto per stare tranquilli, via.
Maiomidomandoeddico: non sembra anche a voi tutto così dannatamente e profondamente ingiusto? La febbre, l'influenza, il catarro, il raffreddore, la malaria e la peste dovrebbero fare orario d'ufficio: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17. Al massimo.
Sono stati giorni molto duri, fatti di termometri che volavano, di stasi forzata a letto (che una a letto a sudare ci starebbe pure ma NON per la febbre), di latte caldo, di fazzoletti smucciolosi abbandonati un pò ovunque come a marcare il territorio, di ciclo mestruale che, per l'occasione, si è gentilmente presentato in leggero anticipo tanto per non farmi perdere st'esperienza della sinergia fra influenza e rodimento di culo ormonale, di serie tv scaricate e subito viste in maniera convulsiva senza ordine nè filo logico (tant'è che fra dexter, desperate housewives, lipstick jungle e dirty sexy money ora non so se diventare una serial killer, una casalinga disperata, una donna in carriera o una stronza coi soldi).
Per fortuna però sono in via di guarigione: stamattina, ad esempio, non ho imprecato contro il termometro e finalmente riesco ad alzarmi dal letto senza che il mal di testa abbia nulla da ridire. Poi succede che ti affacci alla finestra e vedi questo:
allora pensi sospirando: "ma certo, è la primaveeeeeeeraaaaa!"
(Poi però ti rispondi: "no, è che hai delle difese immunitarie di merda, altro che primavera e primavera.")
Danielagna
Perlopiù, facendosela durare per bene e con tutti i crismi durante tuuuutto il weekend. E fino ad inizio settimana, giusto per stare tranquilli, via.
Maiomidomandoeddico: non sembra anche a voi tutto così dannatamente e profondamente ingiusto? La febbre, l'influenza, il catarro, il raffreddore, la malaria e la peste dovrebbero fare orario d'ufficio: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17. Al massimo.
Sono stati giorni molto duri, fatti di termometri che volavano, di stasi forzata a letto (che una a letto a sudare ci starebbe pure ma NON per la febbre), di latte caldo, di fazzoletti smucciolosi abbandonati un pò ovunque come a marcare il territorio, di ciclo mestruale che, per l'occasione, si è gentilmente presentato in leggero anticipo tanto per non farmi perdere st'esperienza della sinergia fra influenza e rodimento di culo ormonale, di serie tv scaricate e subito viste in maniera convulsiva senza ordine nè filo logico (tant'è che fra dexter, desperate housewives, lipstick jungle e dirty sexy money ora non so se diventare una serial killer, una casalinga disperata, una donna in carriera o una stronza coi soldi).
Per fortuna però sono in via di guarigione: stamattina, ad esempio, non ho imprecato contro il termometro e finalmente riesco ad alzarmi dal letto senza che il mal di testa abbia nulla da ridire. Poi succede che ti affacci alla finestra e vedi questo:
allora pensi sospirando: "ma certo, è la primaveeeeeeeraaaaa!"
(Poi però ti rispondi: "no, è che hai delle difese immunitarie di merda, altro che primavera e primavera.")
Danielagna
lunedì 9 marzo 2009
E diciamolo va'.
Diciamo che capita.
Diciamo che a me capita piuttosto spesso.
Diciamo che in questo periodo, per quanto positivo e stranamente tranquillo possa apparire, mi capita troppo di sovente.
Diciamo che quando mi capita sono inavvicinabile e altamente irritabile (leggi: stronza).
Il problema è che non avendo abbastanza soldi nè per un analista full-time nè per un pomeriggio di shopping frenetico e distruttivo, finisco col mettermi metaforicamente in crisi da sola, usando esclusivamente le mie impertinenti e diaboliche domande, pungenti e bastarde come sempre. Metto in dubbio tutto, analizzo frasi e comportamenti con precisione millimetrica, rifletto sul da farsi, sui maledetti pros and cons, mi annoio, mi scopro intollerante-saccente-presuntuosa-insicura-dolce-incazzosa-rabbiosa-stanca, il tutto contemporaneamente (chè qui mica siamo principianti).
Ma fosse vero allora che "siamo così, dolcemente complicate"?
No, no. Io sò fuori categoria. Decisamente.
E di "dolce" nel mio stato d'animo di oggi c'è veramente poco.
Danielagna.
Diciamo che a me capita piuttosto spesso.
Diciamo che in questo periodo, per quanto positivo e stranamente tranquillo possa apparire, mi capita troppo di sovente.
Diciamo che quando mi capita sono inavvicinabile e altamente irritabile (leggi: stronza).
Diciamo che una parola a volte può bastare.
Il problema è che non avendo abbastanza soldi nè per un analista full-time nè per un pomeriggio di shopping frenetico e distruttivo, finisco col mettermi metaforicamente in crisi da sola, usando esclusivamente le mie impertinenti e diaboliche domande, pungenti e bastarde come sempre. Metto in dubbio tutto, analizzo frasi e comportamenti con precisione millimetrica, rifletto sul da farsi, sui maledetti pros and cons, mi annoio, mi scopro intollerante-saccente-presuntuosa-insicura-dolce-incazzosa-rabbiosa-stanca, il tutto contemporaneamente (chè qui mica siamo principianti).
Ma fosse vero allora che "siamo così, dolcemente complicate"?
No, no. Io sò fuori categoria. Decisamente.
E di "dolce" nel mio stato d'animo di oggi c'è veramente poco.
Danielagna.
sabato 28 febbraio 2009
E' colpa della Disney se io ora ho una visione distorta dell'amore e di come dovrebbe comportarsi un uomo.
Pero una no debe esperar nunca nada de un hombre, sino malas noticias.
Siempre hacen lo contrario de lo que se espera de ellos. Si necesitas cariño, te dan ostia. Si lo que quiere es firmeza, se te derriten en las manos. Si les reclamas ternura, en cuanto lo notan, se ponen duros y bordes. Una a veces pide una palabra de aliento, una mano tendida. Ellos suelen responder con una patada en el culo. Porqué lo hacen asì es algo que todavìa ignoro.
Siempre hacen lo contrario de lo que se espera de ellos. Si necesitas cariño, te dan ostia. Si lo que quiere es firmeza, se te derriten en las manos. Si les reclamas ternura, en cuanto lo notan, se ponen duros y bordes. Una a veces pide una palabra de aliento, una mano tendida. Ellos suelen responder con una patada en el culo. Porqué lo hacen asì es algo que todavìa ignoro.
Queste poche righe sono tratte dal libro "Como ser una mujer y no morir en el intento" (trad. Come essere una donna e non morire nel tentativo) della scrittrice, deceduta nel 2001, Carmen Rico Godoy. Questo libro, che lessi tutto d'un fiato circa tre anni orsono, prese immediatamente un posto di tutto rispetto nella mia immaginaria e totalmente opinabile "top ten dei libri più amati, non dagli italiani, ma da Danielagna". Umorismo pungente, luoghi comuni irresistibili, frasi di una verità indiscutibile e personaggi incredibilmente reali: un chiarissimo ed esplicativo trattato sulla sempiterna opposizione fra sessi.
Se, come affermava anni prima John Gray, "Men are from Mars, women are from Venus" (gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere) descrivendo come i punti di incontro fa questi due mondi siano sporadici, complicati e apparentemente molto fragili, la scrittrice spagnola in questo caso illustra, portando avanti la storia di una donna che vive la sua vita frenetica, quasi rassegnata di fronte alla schiera di uomini o sedicenti tali che, facenti parte della sua vita (passata, presente o futura) le gravitano ancora attorno dando luogo a scene di amara comicità, dimostrando come sia decisamente e fondamentalmente inutile ogni tentativo di avvicinamento e/o comprensione della cosidetta "altra metà del cielo". L'estratto che ho deciso di proporvi quest'oggi è un'esempio lampante di come, secondo leggi fisiche e scientificamente provate, quando la donna "chiama", generalmente l'uomo non sa, non vuole, non je va' perchè c'è la partita, non capisce, non c'era e se c'era dormiva. "Una a volte ha bisogno di una parola di incoraggiamento, una mano tesa. Loro solitamente rispondono con un calcio nel culo. Perchè facciano così è qualcosa che ancora ignoro." Ma non prendetemi per una di quelle femministe tutte casa ed analista eh? Loro non lo fanno di proposito, è che sono genuinamente stronz--- ehm, geneticamente predisposti alla negligenza (verso di te, cara donna invaghita) e all'indifferenza (sempre verso di te, stupida donna invaghita). Tuttavia, non sempre la situazione è così terribile. A volte capita che l'uomo in questione riesca magicamente a far incontrare la sua preziosa "offerta" con la disperata "domanda" della donna, a farle capire che lui c'è e che la considera veramente speciale, a prestarle quelle attenzioni in cui ella ormai non riponeva più speranza alcuna. Beh, care mie, in questi casi è semplicemente m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-o.
Nonchè totalmente casuale e fiaccamente improbabile quanto Dj Francesco che becchi una nota giusta cantando.
L'unica cosa da fare? Come dice Carmen, non aspettatevi mai nulla. Tutto quel che arriverà sarà una sorpresa e, magari riuscirete anche a godervelo senza recriminare sempre e alimentare il luogo comune della donna che s'accolla*.
*accollare=infastidire il prossimo (nella fattispecie, l'uomo, esemplare risaputamente intollerante all'accollo femminile) con argomentazioni futili, contorte e totalmente arbitrarie nonchè confutabili e condivise solo ed esclusivamente fra sè e sè. (vedi anche alla voce "pippe mentali")
Danielagna (e Danielaccolla dalla regia)
Se, come affermava anni prima John Gray, "Men are from Mars, women are from Venus" (gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere) descrivendo come i punti di incontro fa questi due mondi siano sporadici, complicati e apparentemente molto fragili, la scrittrice spagnola in questo caso illustra, portando avanti la storia di una donna che vive la sua vita frenetica, quasi rassegnata di fronte alla schiera di uomini o sedicenti tali che, facenti parte della sua vita (passata, presente o futura) le gravitano ancora attorno dando luogo a scene di amara comicità, dimostrando come sia decisamente e fondamentalmente inutile ogni tentativo di avvicinamento e/o comprensione della cosidetta "altra metà del cielo". L'estratto che ho deciso di proporvi quest'oggi è un'esempio lampante di come, secondo leggi fisiche e scientificamente provate, quando la donna "chiama", generalmente l'uomo non sa, non vuole, non je va' perchè c'è la partita, non capisce, non c'era e se c'era dormiva. "Una a volte ha bisogno di una parola di incoraggiamento, una mano tesa. Loro solitamente rispondono con un calcio nel culo. Perchè facciano così è qualcosa che ancora ignoro." Ma non prendetemi per una di quelle femministe tutte casa ed analista eh? Loro non lo fanno di proposito, è che sono genuinamente stronz--- ehm, geneticamente predisposti alla negligenza (verso di te, cara donna invaghita) e all'indifferenza (sempre verso di te, stupida donna invaghita). Tuttavia, non sempre la situazione è così terribile. A volte capita che l'uomo in questione riesca magicamente a far incontrare la sua preziosa "offerta" con la disperata "domanda" della donna, a farle capire che lui c'è e che la considera veramente speciale, a prestarle quelle attenzioni in cui ella ormai non riponeva più speranza alcuna. Beh, care mie, in questi casi è semplicemente m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-o.
Nonchè totalmente casuale e fiaccamente improbabile quanto Dj Francesco che becchi una nota giusta cantando.
L'unica cosa da fare? Come dice Carmen, non aspettatevi mai nulla. Tutto quel che arriverà sarà una sorpresa e, magari riuscirete anche a godervelo senza recriminare sempre e alimentare il luogo comune della donna che s'accolla*.
*accollare=infastidire il prossimo (nella fattispecie, l'uomo, esemplare risaputamente intollerante all'accollo femminile) con argomentazioni futili, contorte e totalmente arbitrarie nonchè confutabili e condivise solo ed esclusivamente fra sè e sè. (vedi anche alla voce "pippe mentali")
Danielagna (e Danielaccolla dalla regia)
sabato 14 febbraio 2009
Scomode verità.
Alzi la mano chi non ha mai pensato che la nocciola nei baci perugina sia solo un'inutile rottura di palle che per di più si incastona con precisione matematica negli interstizi dentali più remoti nonchè umanamente irraggiungibili?
Ammettetelo, su.
Ammettetelo, su.
Evviva l'ammmooooooooooooor.
Ecco, appunto.
Romanticamente vostra, Danielagna.
per la serie:
ah l'ammmour,
del mio pensiero sulla vita,
sinceramente vostra
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