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writing  often it is the only thing between you and impossibility. no drink, no woman's love, no wealth can match it.  nothing can save you except writing.  it keeps the walls from failing. the hordes from closing in.  it blasts the darkness.  writing is the ultimate psychiatrist,  the kindliest god of all the gods.  writing stalks death. it knows no quit.  and writing laughs at itself, at pain.  it is the last expectation, the last explanation.  that's what it is. 

sabato 20 dicembre 2008

Questo post ha dichiarato di non volere un titolo.

Non vorrei sempre parlare dell'animaletto malefico di pet society, ma stamane mi ha decisamente sorpreso. Ad un certo punto, senza che io facessi nulla, ho assistito incredula a questa scena

La cosa che mi colpisce di più è l'inquietante faccetta goduriosa. Dalla foto non si può vedere ma l'animaletto mentre fa il bagno effettua degli strani movimenti su e giù, muovendo ipnoticamente le orecchie e le braccia. Sento che questo mio sgorbietto mi darà molte soddisfazioni.

Ma passiamo ad argomenti ben più interessanti (per me, ovvio). Finalmente ho messo un punto fermo alla mia tesi (90 pagine scritte con sclero e ammmore) ed ho saputo la data in cui potrò discuterne (questo verbo mi fa sempre pensare ad un'ipotetica disputa verbale fra me e i membri della commissione). Vi risparmio tutti i pensieri nefasti che prendono vita nel mio cervelletto, "ansia per il futuro", "che cosa farò da grande?" e l'immancabile hit "e se avessi sbagliato tutto?". Per ora mi lascio teneramente cullare dal dispiacere di default che ha accompagnato quasi tutti i cambiamenti della mia vita, anche quelli che venivano fatti per il meglio: in questo caso, però, "lasciare la strada vecchia per quella nuova" sancisce un vero e proprio taglio netto con uno status da me rivestito per molti anni, quello di "studentessa". Ancora qualche settimana (aaansiaaa) e non potrò più definirmi tale, non mi sveglierò la mattina per recarmi a Villa Mirafiori e godere di quella mezz'oretta di chiacchiere al bar, non passeggerò per il giardino aspettando l'inizio delle lezioni, non farò file interminabili per farmi dire due parole svogliate da qualche professore. In fondo la vita è così: le cose cambiano continuamente, (spesso proprio quando iniziavamo ad abituarci) e bisogna trovare il proprio equilibrio, anche se il terreno è scivoloso e la paura di cadere nel vuoto ti fa sudare freddo.


(Ho appena riletto quanto scritto finora. E' il caso di dare una sferzata di spensieratezza al post sennò il suicidio è dietro l'angolo)


Oggi è sabato, finalmente, e oggi pomeriggio mi aspetta una fumante tazza di cioccolata calda e shopping natalizio con la caVissima Anne, all'insegna del gossip costruttivo e della chiacchiera frivola e disimpegnata.

Forse (ma forse eh) inizio a sentire l'arrivo del Natale. Quando rispolvererò il tradizionale cd con tutte le smielatissime canzoncine che inneggiano all'essere tutti più buoni, zuccherosi e innamorati, saprò di essere stata risucchiata dal vortice. Per ora l'unica canzone che mi esalta è la versione di Womanizer di Lily Allen.

Abbiamo anche un contributo fotografico: ecco brit-Lily dopo aver registrato la cover, in lacrime perchè tutti la scherzano per la pronuncia di "uommanaizah".
Danielagna

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